Tab Article
"Piccola città, bastardo posto..." cantava Guccini un po' di tempo fa. Questa è appunto la storia di alcuni avvenimenti di qualche anno fa tra gli anni '60 e i '70 in una piccola città della provincia piemontese, e di una generazione dei suoi abitanti, visti con lo sguardo di uno di loro, che ritorna dopo un anno passato a fare il militare. Zero all'alba, nel gergo dei militari di leva, è appunto la definizione del giorno in cui la naja finisce e si torna a casa. Ogni capitolo ha il titolo di un film, e in effetti tutto in questa storia sembra in qualche modo un film, di cui i personaggi, senza rendersene conto sul momento, erano nello stesso tempo gli attori e gli spettatori. A viverlo da attori, a loro sembrava un film dal ritmo frenetico di un muto di Buster Keaton, con qualche rara didascalia per tirare il fiato. Da spettatori, invece, a loro sembrava che non succedesse quasi niente, con alle spalle uno sfondo fisso e noiosissimo, come nel teatro greco. Un po' dei personaggi hanno continuato a recitare la loro parte, anche dopo.